giovedì 11 dicembre 2008

Spuntano Inceneritori

Scoperto impianto costruito dalla società “Mida” dei fratelli Vrenna.

Nella Calabria del “tutto è possibile” può accadere anche questo: un termovalorizzatore in avanzata fase di completamento, provvisto di tutte le autorizzazioni necessarie, interamente gestito da una società privata e tutto questo senza che nulla trapeli fuori da una ristrettissima cerchia di “addetti ai lavori”. E’ quanto accade in quel di Crotone: un impianto che bruci i rifiuti e crei energia elettrica con il calore che si sprigiona dalla combustione. Nessuno ha avuto la “forza” di dirlo, ma nella zona industriale di Crotone si lavora per la realizzazione di un termovalorizzatore. Nessuno lo ha mai detto, ma nel frattempo si è lavorato tanto che l’impianto potrebbe essere ultimato nel giro di pochi mesi. Eppure i documenti dicono che la cosa sta andando avanti da anni, alla Regione si stanno avvicendando i commissari straordinari per l’emergenza ambientale, ma il progetto continua ed ottiene tutte le proroghe del caso. La cosa, però, non è sfuggita al collega Gaetano Megna che ne ha dato notizia attraverso l’emittente televisiva locale Tele Diogene. A realizzare il termovalorizzatore è la società Mida srl dei fratelli Raffaele e Giovanni Vrenna, (società oggi al centro delle attenzioni della Procura distrettuale antimafia per le note vicende che hanno portato alla condanna di Raffaele Vrenna per concorso esterno in associazione mafiosa) che ha avuto tutte le autorizzazioni del caso da parte del commissario straordinario di turno. Il lungo iter è iniziato nel lontano 2001. L’ordinanza numero 1500 del 3 luglio di quell’anno dispone testualmente : “Approvare il progetto e autorizzare la ditta Mida srl di con sede legale in località Passovecchio nel comune di Crotone, alla realizzazione di un impianto di inertizzazione della stessa tipologia di rifiuti ubicati in località Passovecchio nel comune di Crotone secondo l’ex articolo 27 del decreto legislativo numero 22 del 1997”. In calce c’è la firma del sub commissario Italo Reale e dell’allora presidente della giunta regionale Giuseppe Chiaravalloti. Non si ha conoscenza se i lavori iniziarono seduta stante, ma fatto sta che con l’aggravarsi della situazione ambientale non solo a Crotone, i vari governi nazionali hanno inteso modificare alcune leggi per quanto riguarda lo smaltimento dei rifiuti. Ad un certo punto l’impianto che era in costruzione non risultava essere in regola con quanto prevedeva le legge e quindi c’è stato bisogno di una proroga che è puntualmente arrivata. L’ordinanza numero 005483 dell’ 11 aprile del 2007 dice: ” Prorogare di 24 mesi la scadenza (che doveva essere il 30 settembre 2007) fissata dalla Ocd numero 3151 del 2004 per la realizzazione del progetto dell’impianto di termovalorizzazione ubicato in località Passo vecchio nel comune di Crotone già autorizzato con Ocd 1500 del 2001”. Questa ordinanza porta invece la firma del sub commissario vicario Antonio Falvo. In pratica in questo impianto dovrebbero arrivare sia rifiuti non pericolosi, la classica spazzatura prodotta dai cittadini, ma anche altri tipi di rifiuti “solidi, liquidi, pastosi, fanghi e melme dell’industria petrolifera e petrolchimica”. Ancora potrebbero arrivare “reflui semi solidi di natura essenzialmente inorganica provenienti da altre lavorazioni industriali”. Nel termovalorizzatore dunque confluirebbero i rifiuti che in un primo momento verrebbero inertizzati, ossia resi non pericolosi dopo la combustione, e poi bruciati per produrre energia elettrica. Lascia da pensare il mistero che si è venuto a creare intorno a questo impianto industriale, viene da chiedersi perché è stato cercato un sito nella provincia di Crotone per sostituire la discarica di località Columbra, ormai esaurita, gestita sempre dalla famiglia Vrenna. Ed ancora perché è stato fatto tanto clamore quando i residenti di Cutro e Roccabernarda i due Comuni interessati dalla creazione della discarica di Terrate Terratelle hanno manifestato per evitare che fosse creata. La dicitura rifiuti pericolosi preoccupa sempre nonostante vengano prima inertizzate e poi dei termovalorizzatori quello che più lascia perplessi sono le polveri molto difficile da abbattere. Quello che poi è per nulla chiaro nelle ordinanze che hanno dato via libera al progetto dei fratelli Vrenna, è che non si sa da dove provengano e se dovessero arrivare fuori dalla provincia e regione potrebbero confermare le idee di molti crotonesi, che la provincia pitagorica è stata individuata come pattumiera della regione. Ma soprattutto è inaccettabile il silenzio e la spessa coltre di “riservatezza” che hanno fin qui coperto tale iniziativa. Adesso sarebbe il caso che dalla Regione Calabria arrivasse, finalmente, qualche chiarimento.

Calabria Ora – MASSIMILIANO FRANCO – regione@calabriaora.it

1 commento:

Verdi Crotone ha detto...

I Verdi di Crotone, appresa da Tele Diogene e dalla stampa la notizia della costruzione di un nuovo inceneritore a Crotone per rifiuti urbani ed industriali pericolosi, esprimono sconcerto per come sia stato possibile non dare informazione alcuna ai cittadini di un impianto che potrebbe avere un impatto rilevante sulla loro salute. E’ una questione ecologica, è una questione democratica.
Esiste una vasta letteratura scientifica sulla pericolosità degli inceneritori, o termovalorizzatori se producono anche energia elettrica (http://it.wikipedia.org/wiki/Inceneritore) , e l’Organizzazione Mondiale della Sanità, per voce del suo rimpianto direttore Lorenzo Tomatis, ha più volte ribadito che impianti del genere possono aumentare notevolmente i tumori, specialmente se il territorio su cui sono insediati è già denso di altre sostanze inquinanti. E Crotone ed il territorio di Crotone sono talmente inquinati da essere SIN ( Sito di Interesse Nazionale ), uno dei luoghi cioè da bonificare con priorità assoluta e su cui non può assolutamente essere aumentato l’inquinamento; un luogo il nostro che ha visto finalmente avviarsi un Registro Tumori “ a furor di popolo” a seguito dello scandalo “Black Mountains” , che ha da mesi interi quartieri e scuole sotto sequestro perché costruite su rifiuti tossici e nocivi, una città che si scopre anche “radioattiva”, insomma una città ad inquinamento diffuso che richiede uno sforzo unanime verso il disinquinamento, verso il cambiare rotta.
Qualsiasi nuovo impianto potenzialmente inquinante deve fare i conti con questa realtà, la sua valutazione di impatto non potrà essere valida se non sarà capace di dimostrare che in questo scenario già saturo non rappresenti una minaccia per la salute. E siccome la salute è dei cittadini, è della loro vita che si parla, è loro il sacrosanto diritto di essere informati e di partecipare al processo decisionale che sulla loro pelle potrà avere delle ricadute rilevanti. Ma nessuno, né il Sindaco, né il Presidente della Provincia, né i nostri rappresentanti regionali hanno ritenuto di informare i cittadini, di esortarli alla partecipazione ed alla consapevolezza, ci sembra una grave omissione, allo scopo esortiamo la Consulta dell’ambiente del Comune di Crotone a richiedere le dovute audizioni e raccogliere una completa documentazione da mettere a disposizione della cittadinanza.
Poi, non possiamo sempre fare un passo avanti e due indietro: si era affermato un principio: Ad ogni provincia i propri rifiuti. Si è scritto in leggi regionali, si è ribadito in mille incontri, convegni, programmi di partiti politici, atti di ogni istituzione : ad ognuno i suoi rifiuti e basta rifiuti su Crotone. Ora sembra che questo nuovo impianto possa accogliere rifiuti anche da altre province, e allora!?
Forse non si è capito che il business dei rifiuti, così come si è inteso farlo fino ad ora, è chiuso, ha finito il suo ciclo economico, la città non può e non vuole continuare ad essere polo di attrazione per rifiuti inquinanti provenienti da ogni dove.
L’economia del ciclo dei rifiuti si sta invece sviluppando nel senso esattamente opposto a quello delle discariche e degli inceneritori, che possono essere solo un male transitorio, la direzione oggi è quella del rifiuto zero. La nuova economia sostenibile che nasce dai rifiuti è quella che tende a ridurli sempre più, partendo dalla riprogettazione dei processi produttivi delle merci, merci che fin dalla loro nascita si fanno carico del loro destino quando diventeranno rifiuto, l’economia nuova nasce dalla liberalizzazione del mercato del riciclo e della raccolta differenziata, un mercato oggi ingessato da vischiosi monopoli ed oligopoli, dove domani dovrebbero nascere una miriade di piccole e medie imprese. In questo modo, man mano che la nuova economia dei rifiuti cresce, aumenta la qualità della vita di una comunità; al contrario oggi man mano che si sviluppano discariche ed inceneritori, la nostra qualità della vita degrada insieme alla nostra salute.
La questione rifiuti è una delle principali questioni che la nostra comunità deve affrontare, risolvere alla radice, e niente si potrà risolvere se non si riafferma subito il principio che noi prendiamo solo i rifiuti della nostra provincia. Vogliamo risentirlo questo principio da parte delle istituzioni competenti coinvolte, dai rappresentanti politici, dalle associazioni, dai sindacati, dalle autorità morali, intellettuali e religiose della nostra città e della nostra provincia. Vogliamo Crotone ai primi posti nella raccolta differenziata, vogliamo che la bonifica del nostro territorio diventi un esempio, un termine di paragone, un modello per gli altri siti da disinquinare, vogliamo che da questo nasca nuova economia, nuove imprese, vogliamo che da un economia che ha inquinato, ammorbato, degradato, ammalato, si passi ad un economia che ripulisca, bonifichi, risani, si prenda cura dell’ambiente e dell’uomo.
Da una economia che ci spinge nella fossa ad una economia che possa riconciliarci con la vita.
Crotone 10.12.2008
Francesco Zurlo
Portavoce Verdi Crotone